Quando arriverà la neve, brrr... mi rintanerò dentro casa, vicino al focolare. ad asciugare le mie vecchie ossa consumate... aspettando che ritorni presto la primavera e il tepore del sole a risvegliare dentro di me qualche vecchio sogno rimasto nel cassetto...
giovedì 29 dicembre 2016
sabato 22 ottobre 2016
Il vecchio Mago
mercoledì 7 settembre 2016
SCHIEVENIN Parete dell'orto via"turbe psichiche" 8c
Nel 1988, quando la provai dopo averla attrezzata, mi venne spontaneo chiamarla "turbe psichiche"... riferito al mio stato d'animo per l'incapacità di trovarne la chiave. Qualche anno più tardi Stefan Glowaz in una casuale comparsa in valle, si accanì in alcuni tentativi, senza riuscire a chiuderla, fù palese che per noi brocchi della valle non c'era speranza. La via finì nel dimenticatoio e ripresa solo negli anni recenti da qualche boulderman locale della nuova generazione, senza però esito positivo...Bisogna aspettare quasi trent'anni prima che un fortone, veramente all'altezza, venga a capo di quell'enigmatico boulderone che combinato con i movimenti contorti del successivo tetto conduce all'agognata sosta. Andrea De Giacometti, è un bocia feltrino dal pensiero profondo e con un sorriso sincero, un arrampicatore umile, con una forza incredibile e un curriculum di vie sportive da far rabbrividire... sicuramente farà ancora qualche regalo alla Valle di Schievenin...
giovedì 1 settembre 2016
ALPI FELTRINE Pizzocco "via diretta" al Pilastro Virginia
Niente mi gratifica più del aprire una via nuova sopratutto su di una parete vergine. Aldo De Zordi di 65 anni, storce il naso se gli si propone di andare a ripetere una via classica, ma va in estasi e dimentica i suoi numerosi acciacchi quando gli parli di vie nuove. Ogni anno sembra essere l'ultimo per il mio compagno, ma mi sà ,che se continuo a mostragli nuove linee, è disposto a continuare fino ad ottant'anni!! Ci danno una mano a portare il materiale due amici : Paolo e Renato. Due esperti che come Aldo, non hanno segreti per ogni traccia o anfratto di quelle zone. L'idea di aprire una via su quella parete mi viene logica e spontanea trattandosi di un bel pilastro addossato alla parete ovest del Pizzocco, mai salito prima. Il secondo tiro della parete basale da' subito filo da torcere: è un diedro di roccia tutto sommato buona, un po' erboso, ma per fortuna lascia spazio a numerosi friend. Sul tiro successivo un chiodo bomba rassicura, anche se bisogna poi andare per sette otto metri trattenendo il respiro; un altro tiro più facile ma marciotto che porta sul ampio anfiteatro dove risalita una zona gradinata si arriva sotto al pilastro vero e proprio. La prima parte è subito in strapiombo poi un breve traverso porta sulle rocce nere e compatte della parte alta dove, con un paio di lunghezze, si raggiunge l'evidente diedro grigio che conduce alla macchia di mughi sulla sommità del pilastro. Terminata la via ci lasciamo andare ad una lauta bevuta e mangiata al Bivacco Palia, decidendo di dedicare il bel pilastro a Virginia la nuova nipotina del nonno Aldo...
sabato 27 agosto 2016
Rocchetta Alta di Bosconero Via KCF... 21 anni dopo
Un emozione grandissima, ripetere una via percorsa vent'anni fa da solo e d'inverno. Delle classiche della Rocchetta è sicuramente la più maschia, poco chiodata e con roccia non sempre al top.La prima parte se è umida è da fare con le pinze. Sulla seconda lunghezza il passaggio in placca è bello tosto, mentre lo strapiombo in traversata dopo il diedro giallo non è poi così duro se preso più a destra. Bello il tiro successivo con il traverso sotto il tetto da fare di cattiveria, stupenda anche la placca finale. Grande via...
lunedì 15 agosto 2016
CIMA DELLA MINIERA Via Didonc
Le Alpi Carniche sanno essere dolci e amare allo stesso tempo. Il suoi ampi pascoli che si abbarbicano fin sotto le crode e le sue cime rotonde, ingannano gli alpinisti, che estasiati dall' ambiente, pregustano un' arrampicata rilassata su placche compatte e rocce appoggiate. Il più delle volte però è tutto liscio, non c'è ombra di tacca e bisogna contorcersi su fessure svasate, e con sforzi immani aggrapparsi a qualche ciuffo d'erba. Anche i gradi dei "local" sono tremendi...una sofferenza.. ma poi chi conquista la cima è appagato da un belvedere unico e solare.
domenica 31 luglio 2016
SCHIEVENIN ...palestra ineasuribile
Schievenin è un sito anomalo, infatti
non prevale ancora una mentalità moderna dedita all’arrampicata
sportiva, bensì è molto radicata una volontà esplorativa in
cui alcuni personaggi, si dedicano con passione quasi maniacale, all’esplorazione
di ogni anfratto, di ogni roccia e ogni parte di parete, anche se
interrata o invasa dalla vegetazione .
Alcune volte ne escono settori o vie insensate, sporche o su roccia
malsana, attrezzate con ferraglia fatta in casa che in breve tempo
vanno nel dimenticatoio. Ma altre volte bisogna ammettere che la
passione, e qui ce n’è davvero tanta , scava perle nascoste, e
quelle vie o quel settore, chi l’avrebbe mai detto diventano
pareti classiche iper frequentate, vie stra ripetute e provate un
po’ da tutti. Si tratta per lo più di itinerari su gradi
“antichi”, a volte si parla ancora di IV come in nessun’altra
falesia moderna, ma tra un tiro e l’altro scappa anche qualche
vietta estrema in placche lisce o su strapiombi inaspettati.
Il settore Gran Canyon ormai dimenticato e in disuso è stato completamente restaurato e arricchito di numerose vie nuove a opera del inesauribile Bepi , buona parte del lavoro è stato fatto da Paolo Piaia e ormai che c'ero qualche vietta l'ho fatta anch'io...ci sono delle vie stupende di sesto grado su placche a buchi, qualche nuovo tiretto duro... adesso manca solo il periodo asciutto... il prossimo anno ...forse
Il settore Gran Canyon ormai dimenticato e in disuso è stato completamente restaurato e arricchito di numerose vie nuove a opera del inesauribile Bepi , buona parte del lavoro è stato fatto da Paolo Piaia e ormai che c'ero qualche vietta l'ho fatta anch'io...ci sono delle vie stupende di sesto grado su placche a buchi, qualche nuovo tiretto duro... adesso manca solo il periodo asciutto... il prossimo anno ...forse
domenica 10 luglio 2016
BOSCONERO Rocchetta+Rocchetta e ancora Rocchetta...
...gentilmente Monica ci sistema nella costruzione attigua al rifugio così che possiamo stare soli e riposarci a dovere. Il Giampi mi rassicura che lui non russa...ma dopo soli tre secondi sprofonda in un sonno totale ruggendo come un leone, sono quindi costretto a trascinarmi il materasso fuori e passare la notte sotto le stelle.....al mattino, alle prime luci dell'alba, attacchiamo lo "Strobel"... non c'è storia: tre ore e mezza zoccolo compreso... siamo allibiti.. ogni dubbio è tolto giù di corsa per la "Dorotei Masucci"! La via è meno continua della precedente, ma più lunga e decisamente più sprottetta. Il primo tiro sullo strapiombo ci fa sbuffare, ma poi riprendiamo il ritmo ed in quattro ore e venti siamo fuori per la seconda volta!! La stanchezza però comincia a farsi sentire tanto che le nostre frasi, le cantilene ironiche che solitamente ci ripetiamo, cominciano ad affievolirsi......prendiamo la discesa con più prudenza e alle tre e mezza siamo sotto alla "Navasa". Ci concediamo una pausa più lunga insieme agli amici che oggi son qui e ci hanno sostenuto con lo sguardo e con qualche piccolo aiuto....con due tre barrette ed una "red bul" in corpo attacchiamo i primi due tiri come razzi... poi lo sfinimento ci rallenta di brutto, sono chiaramente stanco e sbaglio anche un tiro... sul diedro giallo mi trascino goffamente e sul traverso marcio un tremito mi assale...Dopo quattro ore e mezza ci stravacchiamo sulla cengia dove termina la via, giusto in tempo per affrontare la discesa con la luce crepuscolare del tramonto...una giornata intensa volge al termine, stanchi ma soddisfatti!!
mercoledì 29 giugno 2016
BRAVI E NON BRAVI...
Bravi per me coloro che si adoperano con trapano e spit ad aprire vie su falesie o bastionate a più tiri, sia dal basso che dall'alto, poco cambia... è comunque un attività da carpentiere che piace fare anche a me. Bravi quelli che le liberano, e ancor di più chi le supera "on sight". Bravi perchè sviluppano sempre di più il terreno di gioco per un arrampicata sportiva in crescita. Meno bravi invece, quelli che con il trapano invadono pareti di cime vere e proprie siano esse sulle alpi o sulle dolomiti,con tante certezze e nessun limite, togliendo spazio all'avventura e a un alpinismo onesto fatto di rischi, di rinunce, di vera arrampicata libera, dove è ancora possibile sognare di tentare l'impossibile...
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