martedì 19 settembre 2017

MONTI DEL SOLE... per i nuovi appassionati...

...Chi non conosce il Gruppo dei Monti del Sole non potrà capire fino in fondo quali difficoltà logistiche e tecniche esso sfoderi per difendersi dagli assalti dei rari ed eroici alpinisti. la quota modesta è una falsa protezione. Sudori e sacrifici sono all'insegna di ogni traguardo. Se tutto va bene, impieghi un giorno a piedi per arrivare alla base della parete. E bivacchi. Poi un giorno, ma devi essere forte, per vincere la placconata, spesso infiorettata di verdure varie. E bivacchi ancora. Un giorno, o quasi,  per tornare al tuo letto nuziale, dove bivacchi di nuovo; disteso, rilassato, accarezzato, ma zeppo di nostalgie e ricordi... Non è eresia azzardare che trattasi dell'ultima barriera di avventura vera esistente nelle Alpi.          ( Italo Zandonella Callegher )














domenica 27 agosto 2017

PIZ DE SAGRON "Variante dei Pieri" alla via...


...l'idea era di aprire una via tutta indipendente e diretta, che salisse a destra della "Via Zanotto, Zanetti, Pranovi"del 1966. Purtroppo, ad oltre metà parete, giunti alla bellissima placconata nera  che si insinua in una zona di strapiombi gialli e che avevamo immaginato come direttiva della via, scopriamo con sorpresa che una fila di vecchi chiodi segnala che qualcuno è già passato prima di noi. Dalle documentazioni in nostro possesso non risulta , ma a mio modesto parere, vista anche la tipologia dei chiodi, credo si tratti di una vecchia variante, fatta sempre negli anni 60 da ignoti, all'uscita originale  della via dei tre vicentini,  (Zanotto, Zanetti, Pranovi,).  I dubbi restano però ...  e per questo spero di ricevere qualche notizia dettagliata da chi ne sapesse qualcosa. La nostra via o variante è comunque una valida alternativa per la parte bassa; evita a destra la lunga spaccatura obliqua della via originale, salendo con una logica più moderna che evita le zone più friabili su divertenti placche e brevi diedri. Nel complesso i due tracciati concatenati creano una linea diretta su  roccia discreta e spesso ottima, sopratutto sulla placca sopra citata dove posso affermare di aver percorso uno dei tiri più belli delle Alpi Feltrine. La via ha una sviluppo di oltre 700mt, con difficoltà fino al sesto grado e tutti i chiodi usati sono rimasti in parete. Nonostante le difficoltà discontinue la via è consigliabile solo ad una cordata esperta munita di una serie di friend, nut, chiodi e per una ripetizione bisogna calcolare circa  6-8 ore. Va tenuto presente che poco a destra del nostro itinerario sale una via parallela ("Via Rinaldo" F.Lamo e N.Carraro 1996), che va comunque ad inserirsi nella parte alta nello stesso percorso.

AVVICINAMENTO: dal Passo Cereda si raggiunge, per la ripida strada forestale, la malga Fossetta. Quindi seguendo i segnavia del CAI, per ripido sentiero, si raggiunge il Passo di Palughet . Si prosegue a sinistra seguendo la dorsale erbosa in direzione delle Pale di Palughet , fino ad incontrare sulla destra il ripido canalone che scende nella spettacolare Val Giasenozza. Alla base del canalone si risale in direzione della Forcella di Sagron fin dove è possibile volgere a destra e raggiungere le due fasce erbose dove attacca la via (ore 1,30 ).
DISCESA: Per il canalone nord. Dalla cima si scende verso est seguendo gli evidenti segnavia della via normale ( I/II ). Raggiunta una lunga cengia la si segue completamente in direzione ovest raggiungendo un evidente torroncino, lo si aggira a destra e si prosegue ancora contornando altri massi fin dove un' apertura meno ripida permette di scendere a destra ed entrare nel canalone nord. Si prosegue scendendo su difficoltà continue di primo e secondo grado,  andando inizialmente a destra poi a sinistra e usufruendo di alcune calate attrezzate fino a raggiungere la base (ore 2/3 ) .

E' possibile anche raggiungere l'attacco da Mattiuzzi per il canalone della Forcella Sagron, e per la discesa, scendere dalla cima al Bivacco Feltre e quindi per il sentiero 801 dell' alta via,
scendendo per "l'intaiada"  tornare a Mattiuzzi. Consigliabile per evitare la difficile discesa del canalone nord.                         





sabato 22 luglio 2017

ALPI FELTRINE TORRE LUCIA "Via Diretta"

La Torre Lucia  fa parte dei numerosi contrafforti addossati alle pendici settentrionali del Piz Sagron. Si innalza sopra la val Giasinozza con una bella parete caratterizzata da una cuspide terminale slanciata e aguzza. La via diretta aperta da me e Roberto Calabretto nel 1991 sale al centro della parete ovest su rocce grige, evitando una zona strapiombante sulla destra e superando il salto finale con un logico percorso. Dopo averla ripetuta la settimana scorsa posso riconfermare che si tratta di una bella via su di una torre suggestiva e in un ambiente da favola. La roccia non è male,  bisogna comunque in alcuni tratti muoversi con cautela. Seppur non completamente attrezzata, friend e nut trovano spazio un po' dappertutto, ci sono alcune clessidre e  i chiodi entrano sempre molto bene...Una itinerario facile, fuori dalla ressa delle classiche, ma da non prendere sotto gamba, sicuramente non per principianti...



AVVICINAMENTO:
 Dal passo Cereda si segue la strada forestale che porta alla malga Fossetta. Parcheggiato poco prima della malga, subito a sinistra si entra nel bosco e successivamente per un tratto ripido si raggiunge il passo di Palughet (0.30 dalla malga).Per un dosso erboso si sale brevemente in direzione delle creste rocciose (est) delle Pale di Palughet, per poi proseguire sul versante sud seguendo le evidenti tracce fra i mughi tagliati che conducono sul vertice di un canalone franoso. Lo si percorre in discesa fino a raggiungere i  ghiaioni della suggestiva val Gisinozza dove si prosegue per l'evidente traccia in direzione della forcella di Sagron e della Torre Lucia (1.30 dalla malga).......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................



domenica 16 luglio 2017

SCHIEVENIN...PARETE DEL TEGORZO


Dal Sasso della Grotta , incamminandosi per lo sterrato che conduce all'acquedotto, ad un certo punto si scorge sulla sinistra un esile traccia che si intrufola fra la fitta vegetazione e conduce in un sito da fiaba inaspettato. Subito il Torrente Tegorzo da sfoggio di se con suggestivi cadini di acqua limpida e turchese e una miriade di cascatelle fra i salti rocciosi pennellati da un muschio verde intenso. Guadatolo senza particolari difficoltà si entra in un'inusuale boschetto di abeti al cui  margine si intravede un bastione di roccia scura e compatta.
A sinistra la parete appare squadrata
e regolare, articolata e bucherellata nella parte alta,  liscia e levigata nella parte bassa . Le vie danno subito filo da torcere sulle partenze ma si lasciano poi domare più facilmente per arrivare alle soste. La parte destra rivolta  a nord, è più irregolare, si abbassa con una caratteristica parete liscia e strapiombante ; dove si impone il "boulder" e sale nuovamente sulla destra con un magnifico pilastro nero e strapiombante dove  al centro si sale di forza e continuità una delle vie strong più belle della valle...
La Parete del Tegorzo è una perla nascosta rimasta incredibilmente nell'oblio per decenni, risanata e arricchita di numerose vie nuove da Pier, Aldo e Renato... buona arrampicata ...


  ..............................................................................................................................................................








lunedì 5 giugno 2017

Tempo incerto...

Rovistando fra le scartoffie mi capita fra le mani un foglio sgualcito raffigurante in modo approssimativo uno schizzo di una parete con tracciate due vie. Ci metto un po' di tempo prima di capire che montagna sia raffigurata e le vie che la tracciano. Si tratta di una caratteristica torre addossata alle suggestive  Torri dei Garofol o di Palughet poste a ovest della Punta Cereda e da vecchie ricerche che avevo fatto credo si chiami Torre Nadia. Nel estate del 1993 con Roberto Calabretto volevamo tentare una via nuova sulla Punta Cereda, ma dopo aver raggiunto l'attacco e valutato che il tempo era incerto, ritornando verso malga Fossetta fummo attratti dal pilastro compatto della torre, e in fretta e furia, vista la brevità della parete, ci dilettammo nella presunta apertura di queste due vie. Una decina di anni più tardi, un amico incuriosito dallo schizzo che tenevo appeso in un angolo di casa ne fece una copia e andò a ripeterle raccontandomi poi di una bella arrampicata su roccia compatta in un ambiente isolato e suggestivo, ma un po' risentito avendole trovate protette da una fila di spit.  Qualche anno dopo lo stesso amico tornando a ripeterle scopre, con mio enorme piacere, che le placchette sono state rimosse... Guardo e riguardo lo schizzo, ho dei ricordi vaghi, ne sono incuriosito, le vie sono facili e brevi, ideali ad inizio stagione, credo che quest'anno andrò a ripeterle. L'avvicinamento è breve, giusto per i vecchi... mi sembra che da Malga Fossetta si prosegua per il sentiero che porta al Passo di Palughet e prima di imboccare il canalone che sale ripido al passo, si attraversi a sinistra portandosi sotto alle pareti, mezz'ora circa. Spero solo di non trovare una fila di spit...  ..................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................



giovedì 23 marzo 2017

LA NUOVA GUIDA DI SCHIEVENIN

Si presenta con una veste più leggera, più tascabile, ma è arricchita da numerosi nuovi settori e da oltre 200 vie in più. La grafica superflua lascia spazio ad una ben più importante parziale traduzione in inglese. Fra i settori nuovi più importanti "Mitico Mas" ( dedicato a Lorenzo Massarotto), presenta un concentrato di vie toste, molte ancora da liberare. Belle per chi ha voglia di tironare anche "le Placche del Sole" risanate e completate da numerosi tiri nuovi. Per chi invece si vuol divertire sul più facile, la "Bastionata Nord", ripulita  riattrezzata e anch'essa con tante vie nuove, diventa un punto di riferimento per la stagione estiva. Poi ci sono, il Torrione delle Femene, il Gran Canyon, il Favo, il Totem e molte altre novità....








 

lunedì 6 febbraio 2017

NEVADO TOCLLARAJU una salita indimenticabile 1996

La Cordillera Blanca presenta un'infinità di cime che superano i seimila metri e raggiungerne una sembra meno complicato che in altre zone del mondo.  La gente nei paesini degli altipiani è timida e genuina, pronta ad aiutare per poco e niente.  Il clima da giugno ad agosto è perfetto; cielo terso ed un orizzonte infinito per quasi tutto il periodo. Con il fai da te si riesce a muoversi ovunque, la logistica è semplice e veloce, in un giorno di cammino si raggiungono i campi, e a parte in quelli delle vette più blasonate, che sono ovviamente affollati, si possono trovare ancora angoli speciali ed immergersi in valli e ambienti nella più totale solitudine.   Le montagne sono di una bellezza incomparabile, candide, ripide, e dalle forme più svariate, incise come diamanti dall'erosione dei venti che provengono irruenti e umidi dal pacifico.......La neve spugnosa mi fa sprofondare fino alla cinta, e l'aria rarefatta sbuffare come un mantice, dovrei smettere di fumare....l'ultimo ripido pendio è più compatto, le picche entrano al primo colpo e i ramponi mordono bene, un ultimo sforzo poi la cima, una gioia immensa....