
Il
2017 è stato per me il classico anno sabbatico, in cui ho sentito
veramente il peso degli anni, con un'alternanza di condizioni fisiche
che non mi hanno permesso di trovare mai gli stimoli e il momento
giusto per realizzare qualche sogno alpinistico rimasto nel cassetto.
Al tutto poi si è aggiunta la triste notizia che alcuni “ boce”
hanno aperto delle vie, usando trapano e spit, sulle montagne che più
amo; le Alpi Feltrine, i Monti del Sole e il Bosconero. Una mazzata
per il mio modo di vedere. Gruppi montuosi, che nonostante la modesta
quota, considero a tutti gli effetti montagne con la emme maiuscola,
e quindi riservate all'alpinismo vero e proprio con tutte le
caratteristiche e difficoltà che questa attività acclude: dai
faticosi avvicinamenti con zaini pesanti, all'incertezza per le
condizioni del tempo, dalla morfologia dell'ambiente fatto di neve
ghiaccio e roccia, alla varietà dei suoi percorsi con mura
inaccessibili fatte di fessure, pieghe naturali, placche lisce,
strapiombi, tetti etc... barriere naturali con le quali ogni
alpinista deve sapersi confrontare imponendosi delle regole etiche
che limitino l'uso della tecnologia e delle attrezzature moderne.
Ben
si sa che l'uomo è andato sulla luna, e che già agli inizi del
secolo scorso si costruivano palazzi di centinaia di metri ed
esistevano perforatori a percussione in grado di forare il granito,
lo sapevano anche Paul Preuss e George Winkler, e tutti i grandi
alpinisti di quel epoca e di quella successiva, che erano certamente
opposti per la maggioranza, a qualche mente perversa che già allora
aveva costruito vie ferrate e funamboliche funivie per raggiungere
cime impossibili, per la gioia del turista della domenica e delle
tasche di pochi magnati. Un progresso nemico della natura che ha
portato solo dopo alla consapevolezza della tutela degli ambienti dei
giorni nostri mettendo un limite a dette opere. Questa breve
riflessione può apparire piena di retorica, ma è strettamente
collegata a piccolezze come quella di praticare l'alpinismo usando il
trapano per riempire il proprio carniere, superando barando i propri
limiti. E' più forte di me non riesco a tacere per quanto mi
riprometta di stare zitto e di non alimentare polemiche, visto che
allo stato attuale, mi sento solo a combattere contro il mondo intero
per un ideale che non riesco più a rendere elastico. Spero almeno di
sensibilizzare i pochi giovani che curiosano per caso nel mio blog, o
di spronare qualche vecchio a tenere duro per non farsi ammaliare
dai grandi numeri senza rischi proposti da questi itinerari definiti
moderni. L'alpinismo deve distinguersi dall'arrampicata sportiva, e
come essa porsi delle regole, ci sta' a pennello il non trapanare la
roccia come il non usare le bombole di ossigeno in quota, il non
lasciare spit fissi, come il non costruire campi intermedi fissi in
quota (qualcuno ci ha già pensato seriamente).
Credo
che sulle dolomiti l'evoluzione delle vie “trad”, dell'alpinismo
pulito, sia stata frenata dall'essere andati molto avanti con il
grado di difficoltà nell'arrampicata sportiva praticata in falesia e
sui massi, si è voluto poi riproporre le stesse situazioni in
montagna, dando l'illusione ai numerosi ripetitori di praticare
alpinismo estremo. In realtà si tratta di una scorciatoia messa in
atto da chi non ha voluto accettare i propri limiti, proponendo
un'evoluzione basata su un esagerato innalzamento della difficoltà,
che ha saltato un percorso intermedio, sminuendo gli itinerari
classici e il più recente periodo storico di un' intera
generazione che si è affannata nella ricerca dell'arrampicata libera, dove la difficoltà non era solo un gesto atletico, bensì la
capacità mentale di muoversi solo con le protezioni concesse dalla
morfologia della roccia. Stile improntato su di un etica rigida che
ha portato all'apertura “on sight “ di vie con difficoltà poco
oltre il VII e ben lontana dai grandi numeri proposti dai moderni
trapanatori. Sono vie rimaste nell'oblio ripetute raramente solo da
pochi preparati e che meriterebbero tutte le attenzioni della
cronaca. Volendo poi, per chi si lamenta che non c'è più niente da
fare, di queste vie mancherebbero le prime invernali, le prime
solitarie, e comunque con un po' di fantasia e creatività ci sono
ancora numerose vie stradure da aprire, chiaramente su queste il pericolo non manca, ma proprio non me lo vedo l'alpinismo senza rischio.
Sui
trapanatori quello che mi lascia perplesso è la confusione di
pensiero, con tutte quelle etiche e sotto etiche che si stanno
sviluppando formando diverse schiere: da quelli che si definisco
esclusivamente arrampicatori sportivi, e forse sono quelli più
coerenti, che attrezzano da cima a fondo e gradano bello lasco per
attirare intere masse. A quelli un po' confusi, con più cultura
alpinistica, liberisti puri, che aprono la via in stile classico, ma
che poi sulla placca si dicono è impossibile passare, e dopo aver
armeggiato in artificiale con clif e micro chiodi, concludono con il
trapano, giustificando il proprio senso di colpa asserendo di aver
usato solo due spit in tutta la via. Altra categoria, ed è quella
che mi fa più paura, è quella di chi, dichiarandosi altruista,
si preoccupa che alcuni gruppi montuosi siano poco frequentati, ed
invece di andare a ripetere le vie già esistenti in prima persona,
pensa bene di aprirne di nuove, attrezzando con gli spit, guarda
caso solo il tiro che devono tornare a provare in libera...
Non
me ne voglia nessuno per queste affermazioni, le mie critiche sono
sterili, come già detto sono solo un vecchio ago nel pagliaio, ma
credo più che fermamente che la montagna meriterebbe più rispetto e
che all'alpinismo, con tutto il suo bagaglio storico, vada concessa
una semplice regola come quella della “lealtà” di non trapanare
la roccia. Per chi ha voglia di spittare ci sono innumerevoli
falesie alte anche fino a 300 metri, nelle quali è possibile
sviluppare l'arrampicata sportiva a più tiri, e comunque ce ne sono
già molte e la maggioranza son poco ripetute.
Concludo:
sarebbe veramente bello lasciare stare la montagna e il terreno per
lo sviluppo dell'alpinismo dell'arrampicata trad e dell'
avventura....perciò Buon 2018.....senza spit!!!