Un emozione grandissima, ripetere una via percorsa vent'anni fa da solo e d'inverno. Delle classiche della Rocchetta è sicuramente la più maschia, poco chiodata e con roccia non sempre al top.La prima parte se è umida è da fare con le pinze. Sulla seconda lunghezza il passaggio in placca è bello tosto, mentre lo strapiombo in traversata dopo il diedro giallo non è poi così duro se preso più a destra. Bello il tiro successivo con il traverso sotto il tetto da fare di cattiveria, stupenda anche la placca finale. Grande via...
Le Alpi Carniche sanno essere dolci e amare allo stesso tempo. Il suoi ampi pascoli che si abbarbicano fin sotto le crode e le sue cime rotonde, ingannano gli alpinisti, che estasiati dall' ambiente, pregustano un' arrampicata rilassata su placche compatte e rocce appoggiate. Il più delle volte però è tutto liscio, non c'è ombra di tacca e bisogna contorcersi su fessure svasate, e con sforzi immani aggrapparsi a qualche ciuffo d'erba. Anche i gradi dei "local" sono tremendi...una sofferenza.. ma poi chi conquista la cima è appagato da un belvedere unico e solare.