Mi sembra, che nella Valle di
Schievenin, gli incidenti sono avvenuti sempre per delle
distrazioni, non certo a causa delle protezioni in loco ( spit ,
catene o moschettoni), mi sento anche di dire che tutto sommato è
una delle palestre di roccia più sicure del circondario, nonostante
qualcuno abbia cercato di gettare scompiglio e terrore. Comunque
l'arrampicata in ambiente resta un attività estrema e pericolosa.
Chiaro che numerosi moschettoni o maglie rapide andrebbero
sostituiti, lo faccio presente continuamente, in molti casi mi
adopero per sostituirli e lo fa anche qualche anonimo volontario, a
differenza di molti che si lamentano pubblicamente e non hanno mai
messo mano. Sono buoni i propositi del comune di Quero per un
arricchimento della Valle in prospettiva turistica, ma per quel che
riguarda la messa in sicurezza c'è stata una mancanza di conoscenza
e sensibilità, che ha messo hai margini, senza interpellarli, coloro
che negli anni hanno aperto e mantenuto le vie in sicurezza. Non
faccio nomi, ce ne sono tanti. Mi sento di nominare l'unico che, come
gruppo, per un periodo della storia di Schievenin, si è dato da fare
per la manutenzione di quasi tutte le vie, ovvero “I Salvan” del
Cai di Montebelluna. Quel che mi lascia esterrefatto è che i più
assidui frequentatori non sanno ancora a chi verrà dato l'onere di
sistemare la palestra e con quali “escamotage” all'italiana si
sono conquistati, magari senza meriti, soldini facili per pseudo lavori
inventati. Con il presupposto che non dovrebbe essere un lavoro ma
una passione collettiva di volontariato, io come sempre lo farei
gratis, eccetto per il materiale naturalmente, lavorando solo dove
veramente necessario...pensate quanti soldi risparmierebbe il comune!
Ah ah ah...!
Forse sarà perché sono un romantico e
vedo ancora l'arrampicata come un attività pulita, fuori dagli
schemi degli interessi economici che mi permetto di fare polemica, ma
lo so bene che i miei commenti sono sterili e che le carte sono
già state giocate. Spero solo che i fortunati “professionisti”
abbiano il buon senso di rispettare la storia e quello
che hanno fatto gli altri, senza ridurre l'arrampicata libera ad una
progressione con il rinvio sempre davanti al naso...
Ah... dimenticavo le vie sono già state mappate....
Ah... dimenticavo le vie sono già state mappate....
Grandissimo Pier! Come sempre poche parole ma "ben dette"! Speriamo veramente venga rispettata l'identità della valle,altrimenti povera Schievenin!
RispondiEliminaMauro
Ola boci, speriamo, non bisogna tacere, siamo in tanti a pensarla così, ma naturalmente chi è autorizzato fa quello che vuole...può anche sotterrare la storia e le idee... sta a noi tenerla viva...
RispondiEliminaben scritto,bravo Pier...speriamo bene...
RispondiEliminacontinueremo a praticare la nostra passione, restaurando anche le vie che ci sembrano obsolete,vedremo poi se poseranno le mani anche su quelle... forse potranno proibircelo...ola
RispondiEliminaRagazzi, anche se da lontano sono con voi!!! E perchè anche io credo ancora in una disciplina appassionata e non economicamente interessata,che sempre da me così sarà rappresentata, facendo comprendere all'arrampicatore di fianco in falesia, o alla cordata che mi segue in parete, tutti i difetti di un arrampicata omologata solo apparentemente sicura,e ancora ignorando completamente i "professionisti palladini della sicurezza"..........
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