lunedì 1 aprile 2019

Antelao, Pian del Lenzuol, I ricordi più belli...

 Le montagne che lasciano un segno indelebile sono quelle in cui si vive un'avventura dove l'ambiente sconosciuto e selvaggio impone sul gioco il controllo della natura. Sono esperienze che si vivono su cime e pareti delle nostre Dolomiti nascoste dietro l'angolo, che si intuiscono e si intravedono durante gli spostamenti in auto, ma che si difendono, dalle orde dell'avventura preconfezionata, grazie ai lunghi e impervi avvicinamenti , alla mancanza di strutture per pernottare e alla maestosità di pareti dove pochi uomini posano le mani. In questi luoghi, l'alpinismo ritrova la sua magia, risvegliando i nostri istinti primordiali e facendo dell'arte d'arrangiarsi la nostra più fidata compagna. L'aspetto tecnico, i grandi numeri, l'abbigliamento figo, passano in secondo piano, lasciando spazio a zaini pesanti e ad un futuro pieno d'incognite.
L'arrancare su esili tracce diventa un azzardo, è facile sbagliare e dover ritornare imprecando sui propri passi, ma fa parte del gioco e la fatica può essere  ripagata da un camoscio che poco più avanti ci allieta con i suoi balzi imperiosi. Anche dormire all'addiaccio gratifica la vita, specialmente se sullo sfondo di un falò si proietta l'immagine di un tramonto da fiaba.















1 commento:

  1. Non posso che essere d'accordo! Introspezioni così intense, si riconciliano nella loro fantastica primordialità, impreziosite da immagini di bellezza reale, che vanno a riempire lo scrigno dei ricordi, per riprendere luce e colore, ogni qual volta ne avremo bisogno!
    Alpinismo che poteva essere per tutti, se alle luccicanti placchette, ed alle abbacinanti avventure preconfezionate, non si fossero arresi in molti!!! Troppi!

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