
Le montagne che lasciano un segno indelebile sono quelle in cui si vive un'avventura dove l'ambiente sconosciuto e selvaggio impone sul gioco il controllo della natura. Sono esperienze che si vivono su cime e pareti delle nostre Dolomiti nascoste dietro l'angolo, che si intuiscono e si intravedono durante gli spostamenti in auto, ma che si difendono, dalle orde dell'avventura preconfezionata, grazie ai lunghi e impervi avvicinamenti , alla mancanza di strutture per pernottare e alla maestosità di pareti dove pochi uomini posano le mani. In questi luoghi, l'alpinismo ritrova la sua magia, risvegliando i nostri istinti primordiali e facendo dell'arte d'arrangiarsi la nostra più fidata compagna. L'aspetto tecnico, i grandi numeri, l'abbigliamento figo, passano in secondo piano, lasciando spazio a zaini pesanti e ad un futuro pieno d'incognite.
L'arrancare su esili tracce diventa un azzardo, è facile sbagliare e dover ritornare imprecando sui propri passi, ma fa parte del gioco e la fatica può essere ripagata da un camoscio che poco più avanti ci allieta con i suoi balzi imperiosi. Anche dormire all'addiaccio gratifica la vita, specialmente se sullo sfondo di un falò si proietta l'immagine di un tramonto da fiaba.
Non posso che essere d'accordo! Introspezioni così intense, si riconciliano nella loro fantastica primordialità, impreziosite da immagini di bellezza reale, che vanno a riempire lo scrigno dei ricordi, per riprendere luce e colore, ogni qual volta ne avremo bisogno!
RispondiEliminaAlpinismo che poteva essere per tutti, se alle luccicanti placchette, ed alle abbacinanti avventure preconfezionate, non si fossero arresi in molti!!! Troppi!