lunedì 4 febbraio 2019

Salite invernali "prealpinistiche"


Per fortuna qualche fiocco è arrivato. L'inverno senza neve uccide i colori e rende il paesaggio smorto e triste. Basta una sbiancata e la stagione del freddo trova il giusto equilibrio. Una pennellata di luce e i toni scuri risaltano dando vita al gioco dei contrasti. Anche gli animi apatici si rinvigoriscono, è un richiamo della natura. Le montagne diventano più selvagge e impenetrabili e il bisogno d'avventura ci scalza dal caldo sofà invitandoci ad indossare i vecchi scarponi per sparire dai nostri patemi. Lassù il suono del silenzio alza il volume e l'alito gelido si confonde con il respiro affannoso,  i passi diventano lenti, a volte graffiano il duro manto, a volte sprofondano fra i morbidi cristalli. Il mondo  pare fermarsi, per un momento i pensieri svaniscono, ma è solo un' illusione, le numerose tracce di ogni forma e grandezza ci ridestano, spronandoci ancora una volta a stringere i denti e guardare verso la cima.

"Una salita invernale dal sapore quasi alpinistico": Cima Sassumà versante sud, direttamente dalla malga Sassumà.
Dislivello totale 900m. ca.  Ore 1,30 / 2 per la salita, ma dipende dalle condizioni d'innevamento.
( Utilissimi i ramponi per la parte finale.).
Dall'abitato di Schievenin proseguire inoltrandosi nella valle fino a dove la stretta strada asfaltata termina. Ampio parcheggio sulla destra.
A piedi si segue tutta la strada forestale che inizialmente si addentra in direzione dell'angusta Val dell'Inferno, per poi volgere a sinistra e raggiungere la solare Val Sassumà. Dopo aver oltrepassato un caratteristico borgo si raggiunge la malga situata in una suggestiva radura sotto gli ampi e ripidi pascoli della Cima Sassumà e del Monte Santo. Da qui si sale in obliquo a sinistra per un centinaio di metri portandosi sulla verticale della cima e poi direttamente senza via obbligata per il pendio innevato, cercando di stare sempre sul margine sinistro o destro del canale (40 minuti ca).
Attenzione!! Per l'elevato rischio di valanghe o slavine, da non fare il giorno seguente la nevicata, o comunque quando il manto supera i venti centimetri.
Discesa: il buon senso direbbe di scendere sul versante opposto (nord) seguendo, se lo si trova..., l'evidente sentiero della via "per gente normale" che conduce a Forcella Bassa e quindi nuovamente alla malga. Oppure a ritroso per la via di salita.Tanti auguri.















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